La felicità odia i timidi. Eugene O’Neill
La timidezza non è una condiziona naturale, ma qualcosa di appreso. Non ha nessuna utilità pratica, ma rende schiavi chi ne è affetto, al punto che la vita, tanto meravigliosa, diventa un inferno in terra, impedendo di vivere la vita che si desidera, essere felici, soddisfatti e realizzati.
Scopriamo insieme come superarla.
La timidezza è composta dal desiderio di piacere e dalla paura di non riuscirci.
Edme-Pierre Beauchêne
Facciamo immediatamente un distinguo fra essere timidi ed essere introversi. Il timido è colui che non riesce ad essere se stesso, ad esprimere il proprio pensiero e le proprie emozioni. L’introverso è la persona che ha bisogno di stare da sola quando deve ricaricarsi di energia, quando vuole rilassarsi, contrariamente agli estroversi che invece hanno bisogno di uscire, incontrare persone, parlare e relazionarsi con altri.
L’introversione è una modalità espressiva della propria personalità. La timidezza è un stima negativa di se stesso, quindi un giudizio sulla propria identità.
L’introversione è parte naturale di “chi sei tu”. La timidezza è l’introiezione di valutazioni negative che, figure importanti per la tua crescita, hanno fatto su di te.
Come vedi, essere timidi non fa parte della personalità di nessun essere umano. Se osservi un bambino infatti, si comporta esattamente all’opposto del timido; cerca sempre l’attenzione, agendo in modo spesso molto plateale. Quindi se ti ritieni un timido, se in determinate situazioni ti blocchi, la tua mente si azzera, non riesci più a connettere un pensiero sensato, ti prende la tachicardia, ti sudano le mani, ti senti lo stomaco sottosopra, il cuore impazzisce, sappi che è solo una reazione che hai appreso durante il tuo sviluppo. Ciò significa che, in qualsiasi momento, puoi apprendere nuovi modi di comportanti, di agire, e passare dalla timidezza, alla naturale espressione di te stesso.
Questo processo è quello che io stesso ho attraversato, anche se non in maniera così strutturata come te lo presenterò in questo articolo.
Perché sei timido?
Fondamentalmente il motivo è uno solo: usi le tue capacità mentali contro te stesso, invece che a tuo favore.
Possiamo classificare 5 motivi principali che generano timidezza:
1) Critica interiore
Il dialogo interiore, quello per mezzo del quale ciascuno si racconta il mondo che lo circonda, le esperienze che vive, è formato esclusivamente da una voce critica, che giudica costantemente le tue azioni, sia quelle già avvenute, che quello che dovranno avvenire.
E’ quello che nel Voice Dialogue è chiamato critico interiore, una parte della nostra personalità che si forma quando siamo molto piccoli, come introiezione dei giudizi dei nostri familiari e genitori prima, della scuola e delle persone che consideriamo autorità, successivamente (preti, datori di lavoro, amici).
Questo continuo giudizio su noi stessi, impedisce di essere liberi, naturali, spontanei. La timidezza infatti, è quanto di più lontano ti possa trovare dalla tua vera identità.
2) Essere giudicati
Questa critica interiore, per il processo chiamato di proiezioni, la vediamo negli altri. Il timido si aspetta, anzi è totalmente convinto, che gli altri lo giudichino, lo critichino, esattamente come lui fa con se stesso. Essendo questo l’unica realtà che conosce, non può che aspettarsi questo dal mondo che lo circonda.
3) Autostima negativa
Naturalmente un’autostima negativa fa da sostegno a questa critica, e di conseguenza alla timidezza.
Inoltre, in un loop senza fine, la timidezza alimenta ed è alimentata dalla stessa autostima negativa, al punto che è difficile stabilire se è l’autostima negativa che crea timidezza, o se è la timidezza a generare una stima negativa di te stesso.
4) Focus negativo
Tu sai quanto sia importante il focus dei tuoi pensieri. Dove poni attenzione, li va la tua energia, che rinforza e rende vera quella determinata realtà interiore. E’ per questo che è la meditazione è molto importante; ti aiuta a prendere in mano le redini dei tuoi pensieri, in modo da poterli dirigere dove desideri.
Il timido invece, lascia che la sua mente si focalizzi su tutte le esperienze passate in cui non è stato in grado di essere se stesso, cancellando tutte le esperienze in cui invece, è stato spontaneo e si è sentito sicuro di se stesso. Proietta questo nel futuro, e si organizza, mentalmente prima, fisicamente poi, a far si che queste previsioni si realizzano.
5) Paura di sbagliare
La paura di sbagliare è l’ostacolo principale a qualsiasi tipo di cambiamento. Condizionato a credere di dover fare le cose bene, ti impedisci di sbagliare, e quindi di imparare veramente.
Il timido lo sa che non può non riuscire nel suo intento. La consapevolezza di sbagliare, legata all’autostima negativa, al giudizio che da a se stesso, quello che è sicuro riceverà dagli altri, tenuto tutto insieme dal ricordo delle volte che ha sbagliato, e di quelle che sbaglierà in futuro, diventa un’ancora così pensante, che diventa quasi impossibile muoversi da dove si trova.
Però una speranza esiste, ed io ne sono una prova. :)
Ho passato quasi metà della mia vita a credere di essere timido, idea rinforzata dal fatto che ho una tipologia introversa. Sicuramente oggi avrei ancora questa convinzione su di me, se non avessi incontrato una serie di strumenti che applicati, mi hanno permesso di far esplodere la mia identità, liberandomi da condizionamenti che mi volevano “perfetto”, “buono”, “bravo”, “di successo”, secondo standard esterni, non miei. Oggi voglio mostrarti quali sono i primi 4 pilastri che devi erigere dentro di te, per sostenere una nuova visione di te stesso che ti permetta di agire come tu senti essere giusto, di essere libero di esprimere i tuoi pensieri le tue emozioni, tutto questo senza che, chi tu sei, possa essere minimamente intaccato.
1. Tutti sono timidi
Se sei timido, ti sembrerà una cosa difficile da credere, ma tutti, in una qualche occasione, sono stati e saranno timidi. Anche le persone che reputi sicure di se avranno momenti in cui non lo sono. La differenza sta nel fatto che tu le consideri la regola, loro l’eccezione.
2. Circoscrivi la timidezza
Uno dei processi mentali per mantenere i propri limiti, è quello della generalizzazione, che consiste nel prendere un’esperienza e generalizzarla al punto tale da considerarla come vera in ogni occasione.
Se ci pensi bene, anche tu che ti consideri timido, ci sono momenti in cui non lo sei stato, e non lo sei ora. Spesso questi coincidono con uno stato di tranquillità e sicurezza interiori, ad esempio in presenza di persone che consideri amici, dai quali non ti senti giudicato, e quindi ti permetti di essere te stesso.
Iniziare a pensare alla timidezza come ad un fatto circoscritto, ti aiuterà a “prendere una boccata di ossigeno”, e sopratutto a mettere in dubbio che tu non “sia timido”, ma ti comporti timidamente in determinate circostante, e in maniera spontanea in altre. Questo presupposto getta le basi per iniziare ad agire e superare questa difficoltà.
3. Differenzia
Individua le differenze nel tuo modo di comportarti fra quando sei timido, a quando non lo sei. Segui questa procedura:
- Prendi un foglio A4 e dividilo in due colonne.
- Nella prima rispondi a questa domanda: “Cosa fai esattamente quando sei timido?“, trascrivendo tutti i tuoi comportamenti, i tuoi pensieri e le emozioni che provi, che ti mantengono in quello stato di timidezza.
- Nella seconda rispondi invece a questa domanda: “Cosa fai esattamente quando ti senti a tuo agio?“, trascrivendo, come precedentemente, tutti i dettagli della situazione.
4. Scioglila gradualmente
La timidezza è un’abitudine, principalmente di pensiero, e poi di azione. Le abitudini si cambiano, si sostituiscono in modo graduale, apportando piccoli ma costanti cambiamenti, in modo che al termine, la timidezza abbia lasciato il posto ad una sicurezza nel tuo modo di agire. Qui ti suggerisco alcune azioni che puoi intraprendere:
- Segui un corso di recitazione: ti aiuterà ad utilizzare le tue emozioni come spinta propulsiva per comunicare, invece che bloccarti totalmente.
- Parla davanti allo specchio: è uno dei sistemi che uso ancora oggi per osservarmi dall’esterno.
- Impara a memoria delle aperture di conversazione: ti aiuterà a superare il momento più difficile in una conversazione; l’inizio.
- Ogni giorno impegnati a fermare una persona per strada e a chiederle informazioni: inizia con domande semplici che richiedano pochi secondi, come ad esempio l’ora, e rendile tali che ti impegnino in una conversazione sempre più lunga.
- Poniti nella condizione di farti dire di no, ponendo le richieste più assurde a perfetti estranei: ti aiuterà a superare la paura del rifiuto e del giudizio, scoprendo che non si muore se qualcuno di dice “no”, o ti guarda in modo strano, dopo che gli hai chiesto in prestito 100 euro. ;)
- Comportati da persona sicura: in tutte le occasioni che ti si propongono, agisci i comportamenti esplorati al punto 3, sostituendo quelli da persona timida, con quelli che metti in atto quando sei spontaneo e sicuro di te stesso.
Fonte: www.leviedellaricchezza.com Autore: Moreno Picchi
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