domenica 20 settembre 2009

Come evitare di litigare con chi ami

Vivere in armonia richiede un impegno costante e quotidiano. In ogni istante, gli aspetti meno conosciuti della tua anima, possono emergere, prendere il controllo, e indurti in pensieri ed azioni distruttivi per te e per gli altri. Uno di questi sono le litigate; momenti in cui diamo il peggio di noi. Scopri come evitarli dato che, come puoi tu stesso confermare, non aiutano a chiarirsi, ma solo ad aumentare i conflitti.

A tutti è capitato almeno una volta di litigare. La cosa strana è che le peggiori litigate sono fatte con persone a cui teniamo maggiormente. E’ ovvio infatti farsi maggiori aspettative nei confronti di coloro a cui teniamo, rispetto a dei perfetti sconosciuti. Per quanto possano essere valide le ragioni che portano ad un litigio, ricorda sempre che è una questione di punti di vista, non di verità assolute. Si tratta di uno scontro tra ciò che per te rappresenta un fatto, e ciò che rappresenta per l’altra persona il medesimo fatto.

Questo presupposto è fondamentale perché è su esso che si basa la tua capacità di evitare queste momenti che, alla fine, lasciano solo l’amaro in bocca, rischiano di rovinare un rapporto, e bene che vadano, ti fanno vivere delle ore (o peggio giorni) della tua vita, in uno stato limitante, distruttivo, doloroso, infelice. Tutto tempo sprecato. :)

Decidere di adottare una risposta diversa, come il modello che ti suggerisco in questo articolo, deve essere motivato da un vantaggio personale, qualcosa utile a te, al tuo benessere. Il motivo più forte, deve risiedere nel conoscere sempre di più te stesso. Il bene dell’altra persona, sarà un piacevole effetto secondario.

Hai notato quali sono le fasi di una litigata? Indipendentemente dal contenuto, ogni conflitto segue questo schema:

1. Compi un’azione (dici o fai qualcosa).

2. La persona la interpreta in modo offensivo, entra in quella emozione, e ti offende a sua volta.

3. Ti senti offeso (ingiustamente – vedi punto n.2) e, da questa emozione, inizi a litigare.

4. La litigata di protrae per minuti, ore, giorni, a volte anni.



Ecco 6 modi per non lasciarsi trascinare dalla situazione:



1. Non entrare in risonanza: putroppo in questi casi, per fortuna in altri, l’essere umano ha la grandissima capacità di entrare in risonanza empatica, accedendo al tipo di emozioni che l’altra persona sta vivendo. In queste occasioni devi imparare a controllare questa capacità, altrimenti rischi di cadere in una dinamica emotiva distruttiva, che porterà te e l’altra persona ad esprimere quanto di peggio esista nelle vostre profondità ancora inesplorate. Ricriminazioni, rinfacci, lamentele su ciò che hai fatto e detto nel tuo passato, verrano messe tutte sul banco, arrivando a lanciare accuse anche in maniera molto pesanti e violente.



2. Non ascoltare il tuo ego: la seconda fase “quasi” automatica è quella del tuo ego, che immediatamente si mette in difesa, portandoti a credere di aver ragione, di essere innocente, quindi l’attacco è la maniera più ovvia di rispondere. Ricorda che ti trovi in uno scontro di convinzioni, di teorie su cosa significa un determinato evento, non su verità assolute. E’ uno scontro tra condizionamenti passati, che hanno portato te a vedere le cose dal tuo punto di vista, e l’altra persona, a vederle dal suo punto di vista. Qualsiasi giustificazioni di possa venir in mente a sostengno della tua intenzione ad attaccare l’altra persona, ricorda che non ti porterà da nessuna parte; sicuramente non risolverà il conflitto. Servirà solo al tuo ego a mantenere l’immagine che hai di te, e stimolare l’ego dell’altra persona a “rispondere per le rime”: uno scontro fra titani.



3. Respira: concentrati sulla respirazione, rendendola sempre più lunga e profonda. In questo modo puoi tornare al presente, al tuo corpo, allontanandoti dal vero motivo per cui stai per litigare: i condizionamenti del tuo passato. Quando prendi consapevolezza della tua respirazione, ed inizi ad gestirla, ottieni il triplice effetto di 1) tornare al presente, 2) cambiare lo stato emotivo in cui ti trovi, 3) rilassarti ed entrare in uno stato di pace e serenità.



4. Non fare meta-commenti: qualsiasi cosa tu possa ascoltare o pensare, evita di fare commenti interiori. Questo infatti, è il principale sistema con il quale diamo senso a quello che pensiamo, agendo di conseguenza una serie di comportamenti congruenti con il significato attribuito. Se ascoltando il datore di lavoro che ti riprende per il compito che non hai svolto come avresti dovuto, lo commenti dicendo che ciò che fai non gli sta mai bene, o che se non smetti di sbagliare sarai licenziato, le tue azioni saranno di un certo tipo. Se invece ascolti senza commentare, applicando il punto n.5, hai uno strumento valido per valutare e cambiare i risultati futuri.



5. Analizza l’accaduto: questa è la parte operativa, quella che permette di valutare “obiettivamente” la situazione, per correggere ciò che hai fatto, ed evitare di farlo ancora. Rivedi ciò che è accaduto e chiediti

* cosa volevo ottenere?

* cosa ho fatto per ottenerlo?

* cosa devo fare per rimediare?



6. Prenditi la responsabilità o la colpa: ogni azione ha solo due possibili risultati: fare del bene, o fare del male. Sei responsabile quando hai ferito l’altra persona senza volerlo. Ti trasformi in colpevole quando invece c’era intenzionalità nella tua azione. In entrambi i casi, decidi di riparare iniziando con il chiedere scusa, e poi cercando un modo per pareggiare i conti. Adottando questo comportamento, entri in uno stato emotivo e mentale di risorsa, di forza, dando anche un “bello scossone” al tuo ego, che cercherà in tutti i modi di sostenere, con validi argomenti, l’azione di offesa, ti attacco, nei confronti della persona.



Fonte: Moreno Picchi di www.leviedellaricchezza.com

Nessun commento: